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Il sale di Wieliczka - Obiekt - VisitMalopolska

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Sól wielicka

Il sale di Wieliczka

Korytarz w kopalni soli, ściany i drewniane wzmocnienia pokryte kryształkami soli.

32-020 Wieliczka

Da dove viene il sale di Wieliczka? La leggenda narra che la principessa Kinga Arpadówna, in seguito moglie di Boleslao il Timido, ricevette in dote una miniera di sale. Fu allora che gettò il suo anello di fidanzamento in un pozzo in Ungheria e, quando arrivò in Polonia, si fermò in una piccola cittadina dove ordinò ai suoi minatori di scavare. Con grande stupore di tutti i presenti, furono estratti dal terreno un blocco di salgemma con l’anello al suo interno.

In ogni leggenda c’è un fondo di verità, tuttavia la datazione delle rocce del giacimento di Wieliczka mostra che esisteva già circa 13,6 milioni di anni fa. Il sale veniva effettivamente prodotto in questa zona già nel 3500-2500 a.C. Wieliczka rappresentava il maggiore centro di produzione di sale della Małopolska, menzionato per la prima volta come Magnum Sal, ovvero Grande Sale.

Il giacimento di Wieliczka si estende in lunghezza per circa 10 chilometri, per una larghezza che raggiunge gli 1,5 chilometri.

Al suo interno si possono distinguere due parti con diversa struttura geologica: quella inferiore, formata da strati dall’aspetto fortemente deformato, e quella superiore, con enormi blocchi come se fossero stati conficcati in un impasto. Questa struttura del giacimento si riflette sulla forma degli scavi sotterranei e sui corridoi di cui si compongono i 9 livelli della miniera, che vedono la presenza di quasi lo stesso numero di tipi di sale.

I primi pozzi di esplorazione furono scavati a Wieliczka negli anni ‘80 del XIII secolo. L’insediamento ne trasse beneficio, perché nel 1290 ottenne i diritti di città. Le medievali Saline di Cracovia erano un’istituzione alle dipendenze del re, e la legge mineraria fu codificata da Casimiro il Grande. Fu lui, infatti, a stabilire quali dovevano essere le dimensioni dei blocchi di sale estratti (del peso di 390 o 520 kg) e a quale prezzo venderli. Definì inoltre quali città potevano immagazzinare il sale e chi e dove poteva commerciarlo. Wieliczka forniva sale anche in Ungheria, Slesia, Moravia e Cechia.

Nel XVI secolo la miniera, sotto il governo di Jan Boner, consigliere e tesoriere di re Sigismondo I il Vecchio, era un’impresa fiorente con un proprio stabilimento di produzione. Il sale aveva all’epoca grande valore, motivo per il quale tuttora si usa l’espressione “salato” nell’accezione di “costoso”.

Con i soldi ricavati dalla vendita del sale fu possibile ricostruire il castello reale del Wawel! Le miniere di sale consentivano anche il mantenimento dell’Accademia di Cracovia, il cui ruolo e la cui importanza erano cruciali per il buon funzionamento dello stato. Furono costruiti e restaurati numerosi monasteri e chiese. All’inizio del XVI secolo a Wieliczka lavoravano circa 430 persone.

Nel XX secolo l’impianto di evaporazione produceva fino a 260.000 tonnellate di sale all’anno. Le cose andarono leggermente peggio con lo sfruttamento del salgemma. Il giacimento si stava chiaramente esaurendo. La sua estrazione fu ridotta quasi a zero nel 1964. Lo stabilimento industriale un tempo fiorente, divenne principalmente un monumento e un’attrazione turistica.

Oggi negli scavi della Miniera di Sale di Wieliczka, situata a 64-135 m di profondità nel sottosuolo, si possono ammirare, tra gli altri, laghi salati unici, sculture di sale, vecchie attrezzature minerarie e cappelle scolpite nel sale, tra cui la più famosa – la Cappella di Santa Kinga, delle dimensioni di circa 54 metri di lunghezza, circa 18 metri di larghezza e circa 12 metri di altezza.

Qui sono conservate delle reliquie della regina di Polonia, patrona della Confederazione polacco-lituana. È il luogo più riconoscibile del Percorso Turistico nonché la più grande chiesa sotterranea d’Europa, nella quale tuttora si svolgono funzioni sacre. La più antica struttura sacra di sale completamente conservata è la Cappella di Sant’Antonio (XVII secolo).

Obelischi e figure mitologiche adornavano il percorso turistico del XIX secolo. Tutte le sculture e le decorazioni, anche il pavimento, furono scolpite nel sale da minatori-scultori. Nel corso di sette secoli furono scavati 26 pozzi su nove livelli fino a 327 metri di profondità e venne estratto sale da 2040 camere. Sotto il suolo di Wieliczka esiste pertanto un labirinto di quasi 300 km complessivi di corridoi.

Nella Miniera di Sale “Wieliczka” opera un centro termale che si occupa del trattamento di malattie delle vie respiratorie superiori e inferiori nel microclima unico delle camere di sale sotterranee. Il complesso termale è costituito da tre camere situate a 135 metri sottoterra.

Fu proprio nei sotterranei di Wieliczka che l’attore Jerzy Stuhr pronunciò le famose parole: “Vedo il buio, il buio!” che aprono il film “Sexmission” di Juliusz Machulski. Durante le riprese della commedia cult, la troupe trascorse nelle zone termali della miniera ben 2 settimane!

Anche le inalazioni di salamoia nella torre di gradazione situata in superficie hanno un effetto benefico. È accessibile senza alcuna limitazione anche alle persone sane: il cloruro di sodio contenuto nell’aerosol curativo aiuta a liberare le vie respiratorie.

Le donne dell’antico Egitto coltivavano la bellezza anche grazie a un unguento con l’aggiunta di sale. Si dice che il trattamento con il sale fosso usata dalla stessa Nefertiti e dalla regina Hatshepsut. Non guasterà di certo seguire l’esempio di queste bellezze leggendarie e procurarsi cosmetici a base di sale, preferibilmente della Miniera di Sale “Wieliczka”.